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25 anni senza Calibra

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Negli Anni ’90 rilanciò il mercato delle coupè e fece epoca. Divertente e funzionale, Opel Calibra fu un’autentica icona. Nel 1996 vinse il Campione Internazionale Turismo.

Venticinque anni fa, nel 1997, dallo stabilimento di Ruesselsheim, in Germania, usciva di produzione l’ultimo esemplare di Opel Calibra, l’iconica vettura che aveva rivitalizzato il mercato europeo delle coupè. Realizzata sulla stessa piattaforma della prima generazione di Vectra, entrò in produzione del Giugno 1990, ma da quando era stata presentata al pubblico in anteprima mondiale al Salone di Francoforte del Settembre 1989 aveva fatto subito sensazione.

Sotto una linea indubbiamente indovinata sia dal punto di vista estetico che aerodinamico (Cx 0,26) si nascondeva un abitacolo spazioso per 4 persone e 300 litri di bagagli. Economicità nell’uso quotidiano e prezzi concorrenziali furono altre ragioni del successo commerciale di Opel Calibra. In sintesi, con questa coupè Opel interpretò felicemente il rinnovato interesse del pubblico europeo degli Anni Novanta per automobili eleganti e sportive, ma assolutamente fruibili dell’uso quotidiano.  Il raffinato progetto di Erhard Schnell era destinato a diventare un classico.

Oggi i 238.647 esemplari prodotti in sette anni ci dicono che Opel Calibra è stata una delle sportive di maggior successo mai vendute in Europa ed indiscutibilmente un fenomeno italiano dove, nel 1992, arrivò a rappresentare da sola un terzo dell’intero segmento delle sportive. In quegli anni il solo mercato italiano assorbì più del 10% dell’intera produzione di questa coupé ed i suoi oltre 27.000 clienti italiani si organizzarono in un club, costituito nell’Aprile 1992, che li riuniva ogni anno in un autodromo italiano.

Inizialmente proposta con un 4 cilindri di 2,0 litri (monoalbero a 2 valvole per cilindro da 115 CV e bialbero a 4 valvole da 150 CV), Opel Calibra fu quasi subito disponibile anche in versione a trazione integrale. Le richieste del pubblico però andavano oltre le aspettative e superavano la disponibilità: nel 1991 fu prodotta nella cifra-record di 67.443 esemplari, parte dei quali in un impianto aperto appositamente in Finlandia.

Sull’onda di questo successo, anzichè riposare sugli allori, Opel approfittò pertanto del momento magico per fare di Calibra un forte simbolo del suo marchio e, nel 1992, realizzò la versione Turbo 4×4 con motore da 204 CV (150 kW) e cambio a 6 marce. Due anni dopo arrivò anche una versione equipaggiata con un 6 cilindri a V di 2.498 cc a 24 valvole da 170 CV (125 kW) che le permetteva di raggiungere i 100 km/h con partenza fermo in 7.8 secondi. Con questa coupè da 245 km/h Opel si spingeva in zone che in precedenza erano dominio esclusivo di esotici modelli sportivi.

Sulla base di quest’ultima fu realizzata una versione per le competizioni dotata di un V6 da 500 CV di trazione integrale che vanta anche un buon curriculum sportivo. Dopo aver esordito nel 1994 nel campionato tedesco DTM, la Calibra V6 4×4 si impose due anni dopo nel Campionato Internazionale Turismo (ITC) con il pilota tedesco Manuel Reuter.

Il nome Calibra deriva dalla parola inglese “calibre” che, secondo il dizionario Oxford, significa “levatura, importanza, rango, capacità”. Scegliendo questo nome il costruttore intese sottolineare la speciale personalità e la qualità di un modello destinato a rilanciare il concetto europeo di automobile granturismo. Come previsto da una strategia introdotta qualche anno prima dalla Casa tedesca con i modelli precedenti (Corsa, Omega, Vectra), anche il nome di questa coupè, come quelli di tutte le autovetture Opel, terminava con la lettera “A”. I nomi dei veicoli commerciali terminavano invece con la lettera “O”.

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